lunedì 29 giugno 2009

Inno all'occupazione


Oggi, a causa della chiusura per turno settimanale mattutina di un'altro magazzino, ho ripiegato per una pausa pranzo veloce in questo noto "contenitore". La scelta, si sà, non è come un ristorante alla carta, ma dovevo fare passare mezz'ora così in qualche maniera mi sono seduta al tavolo con quel che ho ritenuto decente.
Mezz'ora aimè passa in fretta, e complice l'imbuto per ingurgitare il pranzo e poi quel che ho letto a fianco diciamo che la pausa pranzo è risultata un pò indigesta.
Il cartello fotografato pone una domanda che immagino tutti si facciano. Oppure dovrei dire che che si è reso necessario per noi italiani, viste le nostre cattive maniere e recita così:
Perchè devo sparecchiare io?
Se togli tu il vassoio dalla tavola dopo aver mangiato elimini il costo di qualcuno che lo faccia per te: così noi manteniamo i prezzi bassi senza intaccare la qualità e ti serviamo più rapidamente.
Ora, visto che il cartello è apposto in un luogo pubblico, penso di potere dire l'effetto che ha avuto su di me.
Beh, a parte la scelta opinabile di fare una richiesta ponendola come domanda (una semplice richiesta forse era sufficente senza fare percepire una sorta di ignoranza da parte di chi legge)
A parte la tristezza che ne deriva dalla necessità di specificarlo (posso immaginare che il buon senso civico delle persone si è perso dalla notte dei tempi)
Quel che mi ha irrigidita è che per mantenere i prezzi bassi (forse non se ne sentirebbe poi tutta questa necessità ...) abbiano deciso di rispiarmare sul personale.
Non so, questo cartello mi ha messo di cattivo umore, non perchè io sia stata invitata a sparecchiare la tavola, figuriamoci, lo facevo anche senza quel cartello, ma siamo sicuri che ci sia davvero la necessità di sapere che quello che sto mangiando costa poco perchè poi me lo sparecchio da sola e perchè voi in questo modo siete riusciti a risparmiare sul personale?!?!?!
Che amarezza!!!

venerdì 26 giugno 2009


La religione è per me motivo di infinite domande, lo è sempre stato, e poiché fondamentalmente il principio su cui si basano molte di esse è credere, farlo a prescindere, non ha mai trovato grande spazio dentro di me.

La curiosità che mi accompagna dalla nascita va alla ricerca dei perché, e poiché nessuno è stato in grado sino ad ora di darmi risposte convincenti, mi sono sempre arrivate come una negazione data da una mamma ad una bambina che chiede di poter andare a fare il bagno d’estate al mare. Il perché no non mi soddisfa affatto quindi ritengo di non poter credere a nessuna religione che mi pone dei divieti senza essere in grado di motivarmeli decentemente. Questo non vuol dire che io non percepisca spiritualità, al contrario, mi affascina e sorprende ciò che sento a volte quando leggo di qualche forma religiosa o metto piede in una chiesa, ma il più delle volte, quando ne approfondisco gli aspetti e i credo, ne rimango delusa, vanno proprio contro il mio pensiero e spesso principi.

Ora, una lunghissima “prefazione” per raccontare ciò che si è manifestato come fortemente spirituale oggi alla mia porta. Per fare ciò però devo fare un passo indietro, cioè devo andare a Mercoledì pomeriggio.

Mercoledì pomeriggio ero in auto con una mia amica, e tra una cavolata e l’altra ci siamo messe a cantare come due ragazzine in gita scolastica. A volte capita, è frutto della tecnica adottata da mio babbo per affrontare il mio mal d’auto davvero terribile, quella di distrarmi con il cantare per l’immensa gioia dell’udito degli occupanti l’abitacolo. Il repertorio è stato il più disparato, poi come spesso accade, dopo un principio in cui ci si prende abbastanza sul serio si passa davvero a sragionare. E così è stato, dalle canzoni da una rotonda sul mare, si è passate per la lirica e si è finito per cantare la “preghiera” tormentone degli hari krishna. A chi non è mai capitato di incontrarli in corteo vestiti di bianco oppure arancione, tamburello sotto braccio, dolcetti fatti in casa, che tutti sorridenti intonano quel canto che fa più o meno così:

Hare Krishna Hare Krishna

Krishna Krishna
Hare Hare
Hare Rama
Hare Rama
Rama Rama
Hare Hare

(ps. Adesso ciccia non si sbaglia più al prossimo canto!)

A questo punto intuisco le vostre espressioni recitare più o meno un Embè!?!?!?!?!

Eh, embè può capitare di incontrare i seguaci di questa religione per strada, può forse capitare di canticchiarne la canzone in macchina ma forse è più improbabile che a distanza di un giorno io senta suonare il campanello in ufficio e trovarmene uno dietro la porta.

Si, la mia sorpresa è stata davvero grande quando dietro la porta ho visto un ragazzo alto, rasato con il tipico codino dietro vestito di bianco che teneva in mano dei libri. Il suo fare è stato anche più sorprendente di questi tempi, voce bassa, sorriso rassicurante e una buona dose di conoscenza delle frasi tipiche ricevute di porta in porta. Dopo una breve frase per fargli capire che il titolare non lo avrebbe ricevuto, ha rifiutato anche di entrare in studio restando immobile sulla porta destando sufficientemente la mia curiosità al punto tale da rifilarmi un libro in cambio di un offerta. In verità non so se davvero capace di convincermi oppure, più probabilmente, giocando sull’effetto si ok dai sto lavorando e devo chiudere, comunque sia la sua frase di saluto è stata anche più sorprendente. “ Solitamente queste cose arrivano a chi le chiama, evidentemente era destinato a te!”

Tant’è adesso ho un libro da leggere dal titolo “viaggio alla scoperta del se” scritto da sua divina grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada ….

Mah … che posso dire? fosse così semplice capire chi io sia sarebbe una bella scoperta, propendo però alla teoria che nemmeno questo libro riuscirà a rispondere alle mie domande, non so aprendo a caso leggo:

“ L'associazione chiede a tutti i membri (o almeno a quelli che hanno preso l'iniziazione da uno dei maestri spirituali autorizzati) la recita di un certo numero di japa mala del mantra Hare Krishna ed il rispetto di quattro principi regolatori:

* essere strettamente latto-vegetariani (evitando di mangiare carne, pesce e uova);

* non assumere droghe (compresi tabacco, caffè, thè ed alcolici);

* non praticare sesso, se non allo scopo di procreare;

* non praticare gioco d'azzardo.

Non sarà un caso se a pranzo ho mangiato una bistecca, bevuto mezza bottiglia di vino, preso caffè, amaro, giocato il superenalotto e ……!!!!!

Evidentemente sto cercando la via per la redenzione ...

martedì 9 giugno 2009

Una mattina post elettorale ...

Eppure rischio di cadere, cedere sotto il peso di una discussione sterile, come quella generata dai risultati elettorali questa mattina con il barista.
Come ogni mattina mi appresto a sorseggiare uno dei caffè più buoni della zona, spinta da un rituale ormai radicato e del quale faccio fatica a privarmi. Entro con un sorriso un pò tirato, specie quando ho in attivo solo poche ore di sonno, pronuncio solo buongiorno e in men che non si dica ho apperecchiato il mio caffè macchiato con tanto di bustina di zucchero. Solitamente lascio scorrere il vociare delle persone, mi attraversa appena, giusto il tempo di misurare gli umori e captare qualcosa di insolito, poi esco con un grazie ed un buongiorno.
Ma questa mattina è stato diverso, il bar era deserto, solo qualche viso plastificato, compreso quello del barista, che oggi ha visto bene di coinvolgermi in un discorso post elettorale, contravvenendo a quelle che sono le regole di segretezza del voto oltre a richiamare la mia attenzione di norma assente.
Esordisce prima con un'esclamazione: Eh sono troppi!
Io che ho preso al volo l'esclamazione tento di svicolare: chi, i politici?
Lui insiste, è evidente che ha un rospo in gola, ed è sicuro che ha battezzato me per poterlo sputare ... "NO gli stranieri"
Io, risucchiata in un tema mio malgrado, capisco che è ora di arrotolarmi le maniche: eh sai, si avverte questa sensazione quando ci si sente i padroni di uno spazio.
Lui le maniche le aveva già arrotolate, non aspettava altro di poter menar per aria le braccia: noi e i nostri vecchi abbiamo fatto la storia dell'Italia, e questi vengono qui a far casino, stupri, rubano!
Il primo sorso di caffè a questo punto è arrivato ad un bivio, stomaco o vie respiratorie, ed io fatico ad indirizzarlo bene. Per un attimo penso anche alla terza opzione ... decisamente poco confacente ad una signora, così mi sforzo un pò e deglutisco. Ho sperato anche che il tempo impiegato per questo black out lo avesse messo a tecere, ma nulla, anzi, ne approfitta e incalza: Sai che i pakistani ricevono 30.000 euro come finanziamento a perdere per un'attività?
A questo punto mi scoccio e sfodero il mio sarcasmo pungente: Ah si, e tu che possiedi un'attività ritieni che quella cifra siano tanti soldi?
Ora il ragazzo è pensieroso ...
incalzo io: preferiresti che stessero all'angolo della strada a guardare il sedere alla tua compagna?
Aggrotta le sopracciglia ...
Punzecchio ancora: Ah dimmi una cosa, tu la domenica sei aperto? e la sera dopo le 19?
Abbozza un no.
Allora affondo: sai che c'è? da domani mi fai lo scontrino per ogni briciola che acquisto nel tuo locale, non sia mai che ci sia qualcun'altro che ruba e si può permettere attività strafighe a discapito dei poveri coglioni.E non me ne frega se non ci stai dentro, se così fosse hai una sola alternativa, stare fuori.
Per un attimo intravedo la scena di lui che scavalca il bancone del bar per picchiarmi e un brivido mi attraversa, ma è un istante, comprendo che è innocuo, è solo un pò attonito.
Appoggio il caffè ormai freddo e faccio posto a due operai dell'est europa che vengono accolti con un sorriso degno di un film di Dario Argento, leggo i titoli della prima pagina del giornale e resto in attesa di pagare dopo i due ragazzi. Il barista mi batte lo scontrino lo afferro e bisbiglio ... immagino ti vadano bene i soldi di questi stranieri che vengono in italia per rubare, chissà se anche loro provengono da zone in cui le multinazionali hanno causato disastri?!
Buongiorno, ed esco!
A posteriori capisco che di sterile c'è davvero poco, c'è una certezza, gli italiani sono razzisti, hanno la memoria molto corta, dopo un periodo di diffidenza verso gli stranieri adesso manifestano intolleranza accentuata dal periodo di crisi per poi doversi arrendere all'unica verità: la mescolanza fra popoli è il futuro, è inevitabile. Siamo uno sputo dell'universo e abbiamo anche il coraggio di fare la guerra tra di noi ...

Sono senza parole ...