venerdì 20 febbraio 2009

"L'IO ALLO SPECCHIO"



Eccomi ancora qui, di fronte a me stessa, o meglio, a quest’immagine riflessa di me che ha la consistenza di una mera rete di particelle e segnali informatici codificati. Mi fa sorridere il pensiero che ciò che pretende di rendere il mio io sia talmente inconsistente da dipendere dalla corretta formulazione di un codice binario ... (01 111 001 010101) … un elemento inceppato del codice ed ecco che tutta la struttura si trasforma. Mi chiedo nell’eventualità in cui il meccanismo si inceppi se il mio io esploderà in mille pezzi, la mia immagine muti, si moltiplichi e la serie infinita di simulacri possibili danzi in silenzio come quando immergi gli occhi in un caleidoscopio. Oppure, più semplicemente apparirò come una parola sottolineata dal sistema di auto-correzione.
Se così fosse, se davvero fosse possibile entrare nel sistema, allora mi piacerebbe sciogliermi in lettere o in immagini, sapori e suoni e scorrere sempre giocando con la luce, con le prospettive, con gli scorci visuali.....sarei io, ma sarei sempre nuova. Questo almeno mi dispenserebbe dal continuo, impossibile tentativo di cristallizzarmi in un profilo.... troppo bidimensionale per i miei gusti.


Ho cercato molte volte di capire questo “rituale”, scrivere a se stessi di se stessi e renderlo pubblico (caro amico mi scrivo) e qualche idea me la sono fatta.

La motivazione più diretta che mi viene in mente è che scrivere di se stessi funge da auto-ritratto, mi “scrivo” o “descrivo” così da potermi idealizzare. Siamo talmente ricchi di sfumature e di volta in volta possiamo scrivere di noi facendo emergere l’uno o l’altro aspetto e questo a sua volta muta, come la creta sotto le mani di uno scultore, attraverso le parole, sino ad assumere una sembianza che probabilmente non ci appartiene del tutto ma che è un distillato del nostro io idealizzato.

Oppure la così detta “pratica confessionale” , un lettino virtuale dove stendersi e dove la sensazione confortante di uno psicologo viene superata da uno schermo dietro il quale ci troviamo, a debita distanza via via modificabile nei confronti dei nostri interlocutori. Quello che è certo è che alla fine rimane un senso d’incompiutezza, e la copia si dimostra per quello che è in realtà... una semplice pubblicità di sé stessi, il trailer del proprio io, lo specchio magico davanti al quale ci poniamo indica sempre altro.

Vogliamo parlare dell’ego smisurato in cui qualcuno si immerge per fare bella mostra di se nell’universo? In questo caso le motivazione che spingono a parlare di se sono due e l’una all’opposto dell’altra. La prima è che sono talmente sicuro di me, mi piaccio così tanto io, sono talmente simpatico, bello, colto che tutti devono sapere …. La seconda è che non sono per nulla sicuro di me, però tutto sommato ho sprazzi di autostima tale per cui sarebbe un peccato che altre persone non godano dei miei pregi.

Possono essere talmente tante le motivazioni che spingono una persona a parlare di se in un blog visibile a tutti … che lascio anche a voi, se lo volete, la possibilità di ricordarmene qualcuna.



1 commento:

Anonimo ha detto...

Ciao, che bella foto.
Emblematica, come te.
Un blog delicato.