mercoledì 10 settembre 2008

Ruvidapensieri


I ruvidapensieri nascono così e non si sà poi dove vadano a finire. Questo quello di oggi.

Omaggio a Zanardi (Andrea Pazienza)

martedì 9 settembre 2008

Con quella faccia un pò così ...


Con quella faccia un po’ così …
Quell’espressione un po’ così …
(canta Paolo Conte)

Anche questa notte ho fatto le 2,
dormire? E perché mai?
Vado in “pausa” come il salva schermo di questo mio amico dopo 5 minuti di inattività poi …
…poi il trillo di una sveglia che faccio fatica a sentire. Ancora con gli occhi chiusi dal letto mi sposto sul divano. Non voglio ancora accendermi, daiiii, dammi ancora 5 minuti di pausa …
Doccia, abiti, una rapida occhiata allo specchio, e via fuori dal tempo.
Mi sorprende sempre la mia voce, anche nel pronunciare un semplice buongiorno in ufficio.
Sporca e graffiata, lenta e insicura.
E le gambe? Boh fanno ancora parte del mio corpo oppure si sono staccate nel sonno?
E le mani? Mah, qualcosa ancora si muove clic clic clic
Almeno la mattina, evito di passare davanti a qualsiasi superficie riflettente, non perché sia impresentabile, tutt’altro, piuttosto perché mi richiederebbe uno sforzo talmente grande riconoscermi che preferisco rimanere con le palpebre a mezz’asta ancora un poco.
Sono certa che in questa sensazione si riconoscono tante persone che come me sono sempre a digiuno nel scoprire e nel vivere. Famelici lettori a caccia di sensazioni e novità, zombie in continuo debito di sonno, che avanzano in stato comatoso per tutta la mattina.
E questa è una di quelle, aleggio sospesa al di sopra del mio corpo, in morte apparente guardo, osservo e prediligo il silenzio.

lunedì 8 settembre 2008

Tempi che cambiano ...

Sono lontani gli anni in cui l’amico dell’amico del fratello del cognato aveva appena trovato lavoro come venditore porta a porta di enciclopedie e che per iniziarlo alla professione lo si invitava a casa per illustrarci i 250 volumi. Dopo aver stremato per 5/6 ore e costretto al collasso l’intera famiglia, di solito si firmavano 883 cambiali, per l’acquisto e il pagamento di un’opera inestimabile che NESSUNO avrebbe MAI aperto, con ovviamente in regalo il mobiletto per contenerla, come dimenticare CONOSCERE oppure i mitici QUINDICI?





Siamo poi passati all’era delle enciclopedie a fascicoli, e come presi da un raptus di follia da acquisti convulsivi, abbiamo iniziato interminabili raccolte sugli argomenti più strani di cui di solito non gliene ne fregava una mazza a nessuno, ma a noi si…

1) LA CUCINA DI NOTTE AL BUIO
2) COME COSTRUIRE UN ELICOTTERO
3) 100 MODI PER INNESTARE UN PERO CON UN MELO
4) CURARE GLI HERPES CON I DECOTTI
5) L’ARTE DEL CUCIRSI UN DITO
6) 10 MODI PER PREVENIRE, CURARE E ARRENDERSI ALLA CELLULITE
7) PASSIFLORA, FARLA SOPRAVVIVERE ALLA PIPI’ DEL VS. GATTO
8) COLLEZIONARE TAZZINE DA THE’ DEI FLINSTONS
9) TUTTA LA STORIA DELL’AUTOMOBILE CON ANNESSI MODELLINI
10) FARE UN ORTO NELLA VASCA DA BAGNO

La cosa più sconvolgente che poteva capitare era di dimenticarsi l’uscita di un numero del fascicolo, che guarda caso era quello imperdibile, che ti consentiva di capire come attaccare l’ala all’elicottero parcheggiato in giardino, scongiurare la rottura del mignolo contro lo spigolo al buio di notte mentre prepari una saint’onorè o ancora quella che concludeva il capitolo pipì del gatto. Una volta perso il numero, per entrarne in possesso dovevi fare una raccomandata con ricevuta di ritorno, allegare foto che dimostravano il tuo reale interesse al presidente della Repubblica.
Quando si invitava a casa qualcuno non si sapeva mai dove farlo sedere, ogni sedia, divano, ogni angolo di scaffale o sgabello era occupato da pile di fascicoli e come ne toccavi uno cadevano tutti, anche perché letti i primi 4/5 gli altri venivano accatastati con tutto il cellofan. I buoni propositi non erano più smettere di fumare, fare la dieta, cambiare la propria vita, ma erano: sistemare i fascicoli, preparare i volumi e cosa assolutamente improbabile da effettuare, portarli a rilegare.
Non ho notizie di certe di persone che hanno mai terminato e rilegato un’enciclopedia a fascicoli, ma ho notizie certissime che nessuno ne ha mai letta una interamente, e che le cifre astronomiche sborsate, perché alla fine venivano a costare tantissimo, avrebbero permesso a molti di acquistare una casetta al mare.
Adesso è tutto più semplice, basta possedere un pc e una connessione, digitare la parolina magica sul motore di ricerca, e puoi imparare anche a confezionare una bomba a mano. Non sono lontano i tempi, ne sono certa, in cui proveranno l’innesto dell’intera sapienza in un feto, facendolo deglutire alla futura mamma.
Se qualcuno di voi trova il coraggio di raccontarmi quale improbabile raccolta ha intrapreso, incuriosito a fare, o quella più assurda vista in commercio, indico da questo momento aperta la gara al più perverso!

mercoledì 3 settembre 2008

Buchi neri


5 giorni che ti ho persa ... cantava Zarrillo in una delle sue struggenti canzoni. Data la notizia del giorno a noi, intesi come qualsiasi essere che abita la terra, ne restano 7. La scienza è una materia affascinante, scoperte grandiose, qualche sparata su imminenti disastri ... Non so perchè ma adesso che ci penso, non ho mai concentrato la mia attenzione sul fatto che vi siano persone chiuse in laboratori, magari in camice bianco, intenti a calcoli mostruosi dalla mattina alla sera. Persone che non incontri al bar a fare colazione, individui riservati, sempre assorti in chissà quale dimensione. Ma questo è un'altro discorso. Tornando a noi, tra sette giorni a Ginevra sarà attuato un esperimento per il quale sono stati fatti studi da 15 anni. Tale esperimento, secondo alcuni però, potrebbe generare la formazione di un buco nero in grado di risucchiare la terra e ingoiarla per sempre. Ora, sono notizie da dare così, a soli sette giorni dalla "fine"? Ok, ok magari si è voluto evitare il delirio collettivo attuato per mettersi in salvo in chissà quale direzione. Ma diamine, sette giorni sono davvero pochi per tutto. Mettiamo che io debba ancora realizzare un milione di cose, decidere la più importante e realizzabile in così poco tempo è impossibile. Per esempio: "prendo tutti i soldi che ho e inizio il viaggio" ripensandoci però le cose sono due, per prima cosa il mio budget mi consentirebbe si e no di fare la circumnavigazione dell'Italia, e non ultimo Phileas Fogg e Passepartout hanno impiegato 80 giorni per il giro del mondo, i giorni a nostra disposizione sono davvero pochissimi.
"Divento mamma" , no sarebbe da incoscenti generare una vita che di lì a pochi giorni muore, poi dai, in sette giorni probabilmente non avrò nemmeno i risultati del test di gravidanza.
"Passo gli ultimi sette giorni a fare l'amore" ... interessante, non sarebbe poi così male morire durante l'atto.
"Vado alla ricerca di tutte le persone alle quali non ho detto fino in fondo cosa pensassi di loro" ... magra consolazione, che mi frega, ho vissuto serenamente sino ad ora, al massimo mi limiterò a scriverlo sul blog, sia mai che possa interessare a qualche sopravvissuto.
Accidenti, è davvero ardua decidere cosa realizzare negli ultimi sette giorni di vita, non sò, magari mi verrà in mente qualcosa e ve lo dirò, nel frattempo se qualcuno di voi ha un'idea ... è ben accetta.

martedì 2 settembre 2008

nomi atipici


Capita anche di rientrare dalle ferie e scoprire che sei morto!!! Ora vi chiederete se davvero vale la pena andare in vacanza se poi quando si rientra si è diventati pazzi! No, no, non sono pazza ed evidentemente non sono nemmeno morta.

Questa mattina, mentre mi stavo beatamente gustando un caffè come si deve, ho impugnato come da abitudine il giornale, aperto casualmente alla pagina dei necrologi, manca un niente e muoio davvero! una pagina intera di "estremi saluti" a ketty!!! Oddio, sono morta e sono l'ultima persona a saperlo! Ovvio la sorpresa ha avuto un'eco enorme perchè non è che il mio nome sia molto diffuso e certo vederlo scritto mi ha fatto ancor più effetto.

Moltissime parole di affetto nei confronti della signora estinta da parte di persone del tutto sconosciute, mi ha fatto riaquistare il mio normale battito cardiaco. Non nascondo che ho provato anche una certa commozione nei confronti di questa sconosciuta che aveva in comune con me un semplice ed originale nome.

Quindi colgo anche l'occasione di comunicare a parenti ed amici che "purtroppo per voi" sono ancora viva e non solo, con l'intento di accentuare maggiormente la mia ruvidità.

giovedì 29 maggio 2008

La casa dei miei nonni



Complice la giornata uggiosa, i monoliti inzuppati di fieno che punteggiano la collina, l'odore di terra tormentata da lame che penetrano e lacerano, oggi dal mazzo dei miei ricordi è scesa una carta.
La casa dei miei nonni materni la sento fin dentro le ossa.

Casa di contadini, muri spessi e freddi, velati dalla fuliggine della stufa economica, unica fonte di calore fatta bastare per tutti gli ambienti.
Odore di legna e di sughi fatti bollire per ore, di mosto ed insaccati lasciati stagionare, di pane e rosmarino.
Ogni casa ha un suo odore, un'essenza che la caratterizza e se chiudi gli occhi puoi percepirla come se la stessi abitando.
La casa dei miei nonni possedeva questa commistione di odori, al passare delle stagioni si arricchiva sino ad esplodere.

Ad ogni fragranza sono legati chiari fotogrammi.
Quello che mi ha sorpreso oggi è la tavola sul cotto rosso, mio nonno seduto sulla sedia intrecciata di paglia, il viso nascosto dai grossi nodi scabri delle mani che sembrano i nodi di un albero, cerchiati dall'età e dalle intemperie.
Lo osservo, chiuso nei suoi silenzi, stropiccirsi la fronte con la mano, il sudore grasso, vecchio di ore, muoversi sulla pelle del suo naso.
E' un uomo cotto dal sole, bruciato dal passato, riarso dal presente.
Eppure, in quell'ostinato mutismo percepisco un'ombra che lo tormenta.
Volgo lo sguardo al di fuori della finestra, intravedo in lontananza, oltre le montagne, una nube densa e minacciosa, capisco allora che il suo sguardo cupo in realtà è un modo per prepararsi alla battaglia del vento e della pioggia che incombe sul suo lavoro, la stessa battaglia combattuta chissà quante volte.

Ma in quel torbido qualcosa è cambiato, un indedinito sentimento di impotenza lo pervade.
Deve fare tutto con lungimiranza, perché le sue vecchie gambe non lo reggono più come un tempo, bisogna muoversi d'anticipo, mettere al riparo quanto più possibile.

Resta immobile, assorto in una continua lotta interiore, a prendere coscienza che questa volta, con quelle nubi all'orizzonte, non ce la farà e più ci pensa e più teme che l'acqua anneghi il suo raccolto e lo porti lontano, oltre la sottile linea di orizzonte che ormai il suo sguardo riesce a tracciare.
In silenzio, rotto soltanto dalla pioggia che batte sui vetri una melodia in realtà molto più dolce di quel che temeva.
Apro la porta, mi affaccio sulla corte e mi sorprende una formica intenta a trasportare un unico chicco di grano, il solo arresosi al temporale.

mercoledì 28 maggio 2008

La risacca


E’ un vezzo il mio di lei bagnare
l’adito gesto che poi ritrae giocoso
ossequiosa libagione

Contendo le mie spinte contrarie e laceranti
nell’incoerenza di voler blandire l’irruenza in refolo

Che sia alba o l’imbrunire
è di questo scandire
che sentirai la voce

Respiro ... a fatica ... sott'acqua!

Nonostante queste splendide canne di bamboo di design ...
oggi respiro a fatica sott'acqua!

martedì 27 maggio 2008

Donna



"Amami" o "Odiami" ....


Dalla donna che sono mi succede, a volte,
di osservare nelle altre, la Donna che potevo essere
Donne garbate esempio di virtù,
laboriose brave mogli, come mia madre avrebbe voluto.
Non so perché ...
tutta la vita ho trascorso a ribellarmi a loro.
Odio le loro minacce sul mio corpo
la colpa che le loro vite impeccabili,
per strano maleficio mi ispirano;
mi ribello contro le loro buone azioni,
contro i pianti notturni sotto il cuscino,
contro la vergogna della nudità sotto la biancheria intima,
stirata e inamidata.
Queste donne, tuttavia,
mi guardano dal fondo dei loro specchi;
alzano un dito accusatore
e, a volte, cedo al loro sguardo di biasimo
e vorrei guadagnarmi il consenso universale,
essere "la brava bambina", "la donna per bene",
la Rose irreprensibile,
prendere dieci in condotta
dallo Stato, dagli amici, dalla famiglia,
dai figli e da tutti gli esseri
che popolano abbondantemente questo mondo.
In questa contraddizione inevitabile
tra quel che doveva essere e quel che è,
ho combattuto numerose battaglie mortali,
battaglie inutili, loro contro di me
- loro contro di me che sono me stessa -
con la psiche dolorante, scarmigliata,
trasgredendo progetti ancestrali,
lacero le Donne che vivono in me
che, fin dall'infanzia, mi guardano torvo
perché non riesco nello stampo perfetto dei loro sogni,
perché oso essere quella folle, inattendibile,
tenera e vulnerabile
che si innamora come una triste puttana
di cause giuste, di uomini belli e di parole giocose
perché, adulta, ho osato vivere l'infanzia proibita
e ho fatto l'amore sulle scrivanie nelle ore d'ufficio,
ho rotto vincoli inviolabili
e ho osato godere del corpo sano e sinuoso
di cui i geni di tutti i miei avi mi hanno dotata.
Non incolpo nessuno. Anzi li ringrazio dei doni.
Non mi pento di niente, come disse Edith Piaf:
ma nei pozzi scuri in cui sprofondo al mattino,
appena apro gli occhi,sento le lacrime che premono,
nonostante la felicità che ho finalmente conquistato,
rompendo cappe e strati di roccia terziaria e quaternaria,
vedo le altre donne che sono in me,
sedute nel vestibolo
che mi guardano con occhi dolenti e mi sento in colpa
...per la mia felicità.
Assurde brave bambine mi circondano e danzano musiche infantili...
contro di me
contro questa donna fatta, piena,
la donna dal seno sodo e i fianchi larghi,
che, per mia madre e contro di lei
...mi piace "Essere"

(Gioconda Belli)

giovedì 22 maggio 2008

Acqua ...

Uno degli elementi naturali che preferisco, l'acqua.
L'acqua trasparente, fresca
innarrestabile acqua ...
i riflessi, i giochi di luce, la sua voce
il suo tocco impercettibile e travolgente al tempo stesso ...

Qui di seguito alcuni momenti in cui l'ho immortalata ...







































mercoledì 21 maggio 2008

Design e dintorni ...


Pechino - National Grand Theatre of China, firmato Paul Andreu
Un'immensa cupola ellissoidale in titanio grigio e vetro. Così si offre allo sguardo degli spettatori l'ultima architettura firmata dall'architetto francese Paul Andreu: il National Grand Theatre of China a Pechino. Cuore culturale della nuova Pechino, a soli due passi da Piazza Tian An Men e dalla Città Proibita, il National Grand Theatre è in grado di ospitare - nei suoi circa 150.000 mq - una sala destinata all'opera, un auditorium e un teatro. Grandioso, tanto quanto poetico, il teatro è unico e multiplo, riflesso nel lago artificiale che lo circonda e che ne esalta la sua architettura audace. Due tunnel sommersi e assolutamente invisibili dalla superficie lo collegano alla città amplificandone l'effetto di isola emersa dall'acqua.
Personalmente lo trovo eccezionale e anche molto ruffiano. Credo sia molto raro trovarsi davanti ad una stuttura così imponente perfettamente integrata nel luogo di realizzazione.
E' stato ribatezzato l'uovo che galleggia, probabilmente per la forma che ricorda tanto l'alimento diffusissimo nella cucina d'orinte ma attenzione, non è solo quello a mio parere. Infatti l'opera che si specchia nell'acqua scopre un'altro simbolo: lo yin-yang.

lunedì 19 maggio 2008

Strada


Sempre più frequentemente mi capita di divorare km di asfalto senza avvertirne il senso di sazietà.
Superati blocchi stradali da manifestanti e intemperie decisamente clementi dato il periodo dell’anno appena trascorso, anche oggi il mio sguardo ha snocciolato scenari diversi.
Spesso la ritualità del percorso, accende una sorta di pilota automatico, per cui guido ipnotizzata, tra un fotogramma e l’altro, tra parole dette e quelle che mi aspetto di sentire, ed ecco materializzarsi dietro la curva la bandiera a scacchi.
In queste occasioni mi sale sempre un po’ di angoscia ripercorrendo a ritroso la strada fatta, alla ricerca di qualche fotogramma che mi permetta di scongiurare infrazioni di varia natura.
Altre volte alterno pensieri più o meno seri alla ricerca di un angolo sempre nuovo, che anche se ormai conosco ogni cm di quella strada, il susseguirsi delle stagioni, mi regala spesso nuove sensazioni.
Oggi è stato un giorno così, complice un tempo altalenante, il sole che faceva capolino di tanto in tanto mi ha riempito gli occhi di immagini meravigliose.
Da un territorio che ho sempre ritenuto ostico, oggi ho appreso la bellezza e perfezione della sua natura.
Oggi ho percepito delle sensazioni nette, quasi nude tanto erano chiare, il rigoglio della natura è stato un tutt’uno con la mia intimità.