lunedì 23 febbraio 2009

Storie di tende .... e dintorni.


Storie di tende … e dintorni.

Luoghi familiari, avvolti da una confortante staticità diffusa in seguito alla improvvisa perdita di qualcuno che ami.
Sì perché man mano che una casa si spoglia delle sue presenze, dei suoi affetti, tende a rimanere immobile, inerme, attenta a non violare ciò che è stato sino a poco tempo prima.
Un "museo" di monili e aninime impalpabile, impenetrabile.
E così rimane, in rispettoso silenzio, sino a quando la consapevolezza di un tempo che scorre, nonostante tutto, nonostante tutti, ti consente di apportare cambiamenti più consoni allo stato attuale dei fatti e degli affetti.
Ci si ritrova così da una parte a combattere con la sensazione che stai scalzando una presenza che non c’è più e dall’altra la necessità di provare a se stessi che la vita, sino a quel momento racchiusa sotto una campana di vetro, necessita di nuovo ossigeno.
Così sull’ultimo scalino di una scala, sospesi nel vuoto di un mondo, con un trapano in mano, una punta del 6 ad incidere un soffitto in cui ti appresti a montare una nuova tenda, osservi.
E mentre il rosso della polvere si adagia sulle mani tremanti, ti accorgi che il tuo impegno è andato ben oltre il semplice drappo che fa ora bella mostra di se alla finestra … sono piccole soddisfazioni … e qualcosa in più.

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