martedì 1 gennaio 2008

Tempo


Tempo

E’ l’ora delle streghe, l’ora in cui il cielo è talmente accigliato da diventare impenetrabile persino ai raggi del sole, e così è il tuo sguardo, in questo plumbeo pomeriggio di silenzio.
Si muove solo il piccolo ciuffo di capelli calato sul viso, sotto il tuo pesante respiro, danza in onda e in onda scivola.
Ne ho udito lo strappo, lo strappo dell’anima, ancora una volta.
E quella tua flebile voce, insicura voce, si aggrappa con quanta tenacia possibile a quei lembi, per ricucirli.
E quegli occhi, spellati di sonno e lacrime, assenti, c’è dentro tutto il tuo mistero.
E' la tua vita è uno specchio caduto mille volte, mille volte ti sei chinata a raccoglierne i frammenti, ed io al tuo fianco, ed ogni volta ne manca un pezzo, ed ogni volta il riflesso e sempre più inafferabile.
Seduta al tuo fianco ho osservato quello sguardo fuggire via, lontano, oltre il giardino, oltre l’orizzonte.
Hai costruito dietro di te un labirinto impenetrabile, e li ti sei persa, una, dieci, cento volte.
Ho impiegato tempo per cercarti, ancora una volta, perché tornassi a me.
Già, il tempo, inarrestabile tempo, tempo che non ritorna, tempo che il minuto che ci hai pensato è già trascorso.
Tempo scandito dal tuo respiro, da farmaci che ancora una volta ti appresti ad assumere, tempo di estenuanti silenzi, tempo che rincorro e che tu vorresti fermare, per sempre.
Ma non è ancora tempo, non è il mio, non è il tuo … così scorre.

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