giovedì 20 marzo 2008

- 24





Ehh oggi sono proprio inC...,

sarà la stanchezza, sarà perchè non vedo l'ora di allontanarmi da queste 4 mura del mio ufficio che assomigliano sempre più ad una prigione. Ho pure le sbarre alle finestre, "sono contro le intrusioni dall'esterno" dicono loro, ma mi domando e dico che razza di interesse potrebbe avere uno sconosciuto ad introdursi qui? Allontanarmi per rifugiarmi nella mia "tana", togliere i jeans stretti, indossare una tuta, camminare scalza e si, se mi va seminare le ciabatte una in una stanza e l'altra lasciarla infilata improvvisando un'andatura scostante. Tornare a casa e accendere la tv, così, per sentire qualche voce rompere il silenzio, non per altro. Anche perchè d'altro non si trova nemmeno impegnandosi in tv. Sentire la voragine del digiuno allargarsi nello stomaco, sino a rischiare di andarlo a recuperare chissà dove, aprire la bottiglia di vino della sera prima, uno shiraz ruffiano quanto basta, da accompagnare a qualche oliva, una fetta di prosciutto ed un pezzettino di formaggio. Affondare sul divano, con le gambe completamente in svacco sul tavolino, prendere il telecomando in mano e iniziare lo zapping selvaggio. Poi le immagini di morti ammazzati, di disordini e proteste cominciano a mettermi addosso una tale ansia che mi riesce difficile persino scegliere quale altra bottiglia aprire. Sarà forse un Cabernet, per il suo sapore deciso e per le fiamme che mi accende nello stomaco ogni volta che mi ci affondo. Il mondo prende fuoco già al primo bicchiere con i disordini in Tibet, dichiarazioni dalla Casa Bianca e di Cuba. Al secondo sorso inizia a bruciare l'Italia, con i dipendenti Alitalia che manifestano davanti alla sede della società, la gente che non arriva alla fine del mese per poi percepire che il mio sangue si sta raggrumando sempre di più all'aumentare del prezzo del gasolio. Mi accorgo che questo vino amplifica la ruvidità sul palato dopo avere mangiato un'oliva, allora provo a cambiare ordine, prosciutto, pecorino, un sorso, e l'oliva, ma nulla, la sensazione non cambia. Allora penso che siamo a - 24 e che non è il freddo ad infastidirmi, anche se ormai è fine marzo e di questa temperatura non se ne può proprio più. Dicevo siamo a -24, 24 giorni alle elezioni politiche, ed ogni volta la stessa sensazione: di avere scelto troppo in fretta, in preda ad un pregiudizio, a quale partito sarebbero dovuti andare i miei soldi. Poi penso che la data dell'esame si avvicina e che nessuno si occupa di questo su questo notiziario. Le immagini dell’ennesimo attentato tappezzano la parete del soggiorno ed il senso di schifo e di terrore attraversa lo schermo per diffondersi fra la gente. Qualcuno promette che questo è l’anno della svolta e che ha intenzione di infondere una nuova direzione a questo nostro paese. Io penso che sono trent’anni che sento ripetermi queste cazzate e che se aspetto loro per credere in valori e realizzare i miei sogni a quest’ora non sarei qui, con il libro aperto alla pagina 52. Forse sarei ancora in piazza, insieme a tanti altri, ad occupare i miei giorni e le mie ore preziose per esaudire i deliri di onnipotenza e la febbre di potere di qualcun altro. Perché tutto questo? mi chiedo. Perché ci narrano sempre di tragedie e non cercano mai il giusto percorso? Qual’è l’utilità e quale invece è il danno? Perchè sempre quelle faccie? perchè nessuno di loro ha il coraggio di mostrarmi ciò che c'è davanti senza per forza mostrarmi sempre le terga? ... troppi perchè!
Allora spengo le luci e la tv, poi accendo due candele ed un incenso alla cannella. Metto su un pò di musica, magari i Muse che mi aggrovigliano ancora di più ed in fine mi abbasso a raccogliere il calice accennando una smorfia ubriaca che assomiglia ad un sorriso. E' l'inizio della mia svolta interiore.

1 commento:

Anonimo ha detto...

metterli insieme nn sono tanto disordinati,i tuoi pensieri assomigliano ad i miei a cucci e spintoni pero' possiamo farcela anzi dobbiamo e chissa che nn possiamo fare un cin cin con i nostri calici---un bacio FLEUR